IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO

I soggetti con disturbo dello spettro autistico (ASD) sono caratterizzati da deficit persistenti nella comunicazione sia verbale che non verbale, da difficoltà nell'interazione sociale e nel comportamento attraverso azioni ripetitive e stereotipate, i soggetti con tale disturbo hanno pattern di interessi limitati e iper- o ipo-reattività a stimoli sensoriali. Il termine "spettro" si riferisce quindi all'ampia variabilità della sintomatologia dell'autismo, infatti, nel 2013 il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) ha introdotto questa nuova definizione per fondere alcune categorie diagnostiche precedentemente separate: autismo, sindrome di Asperger, disturbo disintegrativo infantile e disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato. L'ASD viene diagnosticato in tutti i gruppi razziali, etnici e socio-economici e è da tre a quattro volte più comune nei ragazzi che nelle ragazze. In tutto il mondo è stato segnalato un aumento progressivo della prevalenza di ASD negli ultimi decenni. Ad oggi, l'eziologia rimane ancora sconosciuta. L'ASD è probabilmente un disturbo multifattoriale, derivante dall'interazione di fattori ambientali, immunitari, genetici ed epigenetici. Vari fattori di rischio ambientale sono stati suggeriti e sono attualmente allo studio, tra cui: età avanzata dei genitori, complicazioni legate alla gravidanza, uso di farmaci durante la gravidanza, esposizione pre o post-natale a sostanze chimiche, smog o inquinanti, infezioni virali e/o squilibri metabolici, insieme all'evidenza di un'importante influenza genetica. I bambini con ASD sono maggiormente a rischio per un ampia gamma di problemi concomitanti ed in comorbilità, i più diffusi sono difficoltà del sonno, epilessia, disregolazione immunitaria, disturbi gastrointestinali (GI), ADHD, ritardo mentale. Le prospettive per molti individui con disturbo dello spettro autistico oggi sono più rosee rispetto a 50 anni fa; più persone con questa condizione sono in grado di parlare, leggere e vivere nella comunità piuttosto che essere istituzionalizzati, e alcune saranno in gran parte libere di parte della sintomatologia del disturbo nell'età adulta. Tuttavia, la maggior parte delle persone non lavorerà a tempo pieno né vivrà in modo indipendente. 

I sintomi generalmente compaiono nel primo periodo di sviluppo del bambino, in genere prima dei 3 anni di età, ma spesso alcuni sintomi sono riconoscibili fin dal primo anno di vita, capita spesso che siano gli stessi genitori ad accorgersi che "qualcosa non va" nel figlio, anche se vista l'estrema variabilità della sintomatologia è spesso difficile accorgersene in modo tempestivo; di seguito alcuni sintomi precoci.

  • Scarsa reciprocità emotiva
  • Mancato contatto oculare
  • Mancanza di gesti comunicativi
  • Non vocalizza
  • Non segue gli oggetti in movimento
  • Non segue l'adulto in movimento
  • Mancanza di attenzione condivisa
  • No pointing
  • Non si volta se chiamato
  • Non gioca con i pari 
  • Scarsi interessi
  • Stereotipie
E' quindi di fondamentale importanza che il genitore fin dai primi segnali di "allarme" contatti il pediatra di riferimento e condivida con lui perplessità, dubbi e paure in modo che il professionista possa indagare e nel caso attivare immediatamente un percorso di potenziamento e ri-abilitazione.


Disturbo dello spettro autistico

ICD 10: F84.0

DSM 5: 299.00


Per maggiori informazioni: b.d.bruni@gmail.com

autismo colle di Val d'Elsa



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