ANTIDEPRESSIVI ED EFFETTO PLACEBO

L'Organizzazione mondiale della sanità stima che oltre 300 milioni di persone soffrano di depressione (Organizzazione mondiale della sanità, 2017). La maggior parte degli antidepressivi attualmente disponibili ha un profilo di efficacia e meccanismi d'azione simili, basati sulla modulazione delle monoammine cerebrali, e di solito impiegano circa 3 settimane per iniziare a essere efficaci.


Le meta-analisi rivelano che le differenze medie nel miglioramento dei sintomi depressivi tra i farmaci antidepressivi e il placebo sono spesso piccole. Una potenziale ragione di questa modesta differenziazione è che la depressione è una condizione altamente eterogenea in termini di presentazione dei sintomi è quindi possibile che sottoinsiemi di soggetti depressi siano più adatti agli SSRI, mentre altri potrebbero trarne un beneficio limitato o peggiorare. Ad esempio, per alcuni soggetti con diagnosi di depressione il semplice passare del tempo con l'aspettativa di un possibile miglioramento legato ad una forte progettualità può provocare naturalmente la remissione dei sintomi, tali soggetti potrebbero quindi non richiedere l'intervento farmacologico. Per altri tipologie di soggetti che mostrano una sintomatologia più limitante sarebbe opportuno un percorso di terapia psicologica ovvero un intervento alternativo meno costoso e di bassa intensità con effetti collaterali minimi o assenti può essere sufficiente per la remissione dei sintomi. Mentre nei soggetti in cui la sintomatologia depressiva sembra essersi incarnata e dove il rischio di suicidio ed i disturbi del comportamento alimentare  sono conclamati sembra necessario coadiuvare la terapia psicologica con l'utilizzo dei farmaci. Attualmente, la selezione del trattamento farmacologico si basa in gran parte su tentativi ed errori. Una percentuale di pazienti depressi che varia dal 55% al ​​75% nelle cure iniziali non riescono a raggiungere la remissione sintomatologica, di questi circa il 40% passerà ad almeno un altro farmaco. 

Fra gli effetti collaterali degli antidepressivi vi sono disfunzione sessuale (che colpisce il 70-80% dei pazienti trattati con SSRI), aumento di peso a lungo termine, insonnia, nausea e diarrea. Circa il 20% delle persone che hanno tentato di smettere di assumere antidepressivi mostra sintomi di astinenza. Gli antidepressivi sono stati collegati ad aumenti nell'ideazione suicidaria tra bambini e giovani adulti. Gli anziani hanno un aumentato rischio di ictus e morte per tutte le cause. Le donne in gravidanza che usano antidepressivi hanno un aumentato rischio di aborto spontaneo e se non abortiscono, la loro prole ha maggiori probabilità di nascere con autismo, malformazioni alla nascita, ipertensione polmonare persistente e sindrome comportamentale neonatale. Inoltre, alcuni di questi rischi sono stati associati all'uso di antidepressivi durante il primo trimestre di gravidanza, quando le donne potrebbero non essere consapevoli di essere in stato di gravidanza. Forse la conseguenza di salute più sorprendente dell'uso di antidepressivi è quella che colpisce persone di tutte le età, gli antidepressivi aumentano il rischio di ricaduta dopo il recupero, le persone hanno maggiori probabilità di diventare nuovamente depresse dopo il trattamento con antidepressivi che dopo il trattamento con altri mezzi, incluso il trattamento con placebo (Andrews et al., 2012; Babyak et al., 2000; Dobson et al., 2008). Dati questi rischi per la salute, gli antidepressivi non dovrebbero essere usati come trattamento di prima linea per la depressione.


Gli antidepressivi più comunemente prescritti come accennato precedentemente sono gli SSRI, farmaci che dovrebbero mirare selettivamente al neurotrasmettitore serotonina. Ma c'è un altro antidepressivo che ha una modalità d'azione molto diversa, si chiama tianeptine ed è stato approvato per la prescrizione come antidepressivo dall'agenzia francese di regolamentazione dei farmaci. La Tianeptina è un SSRE, un potenziatore selettivo della ricaptazione della serotonina. Invece di aumentare la quantità di serotonina nel cervello, dovrebbe ridurla. Se la teoria secondo cui la depressione è causata da una carenza di serotonina fosse corretta, ci aspetteremmo di peggiorare la depressione. Ma non è così. Negli studi clinici che hanno confrontato gli effetti della tianeptina con quelli degli SSRI e degli antidepressivi triciclici, il 63% dei pazienti mostra un miglioramento significativo (definito come riduzione del 50% dei sintomi), lo stesso tasso di risposta che si trova per SSRI, NDRI e triciclici (Wagstaff, Ormrod e Spencer, 2001). Semplicemente non importa cosa ci sia nel farmaco: potrebbe aumentare la serotonina, diminuirla o non avere alcun effetto sulla serotonina. L'effetto sulla depressione è lo stesso. Come si chiamiamo le pillole i cui effetti sono indipendenti dalla loro composizione chimica? SI CHIAMANO PLACEBO!!

Tra tutti i possibili trattamenti alla depressione, i farmaci antidepressivi sono i più rischiosi e dannosi. Se devono essere utilizzati, dovrebbero essere l'ultima risorsa, quando la depressione è estremamente grave e tutti gli altri trattamenti alternativi sono stati provati ed hanno fallito.


Bibliografia:
Irving K., Antidepressant and the place effect, 2014
Bear M. , Connors B, Paradiso M, Neuroscienze esplorando il cervello, 2016

Christian A. Webb, Madhukar H. Trivedi et all. Personalized prediction of antidepressant versus placebo response: evidence from the embark study, 2019


Parole chiave: depressione, effetto placebo, placebo, SSRI, antidepressivi.

Per info ed approfindimenti: b.d.bruni@gmail.com
serotonina

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