DISTURBO DA DEFICIT DELL'ATTENZIONE E/O IPERATTIVITA'

ADHD

Il disturbo da deficit di attenzione e/o iperattività (ADHD) interferisce seriamente con la capacità di svolgere le attività quotidiane del bambino e dell'adulto, questo disturbo è caratterizzato da difficoltà nel mantenimento dell'attenzione e / o da eccessiva iperattività e impulsività. Circa il 5-10% dei bambini in età scolare nel mondo presenta questo disturbo, che interferisce con l'attività scolastica e le interazioni con i pari ed insegnanti. Esistono tre sottotipi di ADHD, che si distinguono in base ai sintomi predominanti: prevalentemente disattento, prevalentemente iperattivo-impulsivo e disturbo combinato. La valutazione diagnostica dell'ADHD viene eseguita principalmente attraverso interviste cliniche e scale diagnostiche basate sul DSM-V. Per la diagnosi di questo disturbo vengono utilizzati diversi strumenti neuropsicologici, i test maggiormente utilizzati in Italia sono la WISC-4 e la BIA (batteria italiana per l'ADHD), fra i questionari strutturati ricordiamo le Conners 3. E' importante ricordare che è stato dimostrato che la sintomatologia dell'ADHD nel 40-60% dei casi continua a manifestarsi anche in età adulta. Non si conoscono ancora le cause di questo disturbo ma interessanti ricerche hanno evidenziato attraverso la risonanza magnetica che diverse strutture corticali, comprese la corteccia prefrontale e i gangli alla base, sono più piccole nei bambini con disturbo dell'attenzione e/o iperattività rispetto al gruppo di controllo. Esistono evidenze che indicano come il ruolo dell'ereditabilità sia significativo nell'ADHD, bambini di genitori con questo disturbo hanno maggiori possibilità di svilupparlo cosi come nei gemelli omozigoti se uno dei due fratelli è ADHD anche il gemello avrà maggiori possibilità di diventarlo. Oltre alla familiarità ed alle differenze delle struttura celebrale altri aspetti possono predire questo disturbo, come danni celebrali e nascita prematura; inoltre è stato riportato che diversi geni correlati alle funzioni dopaminergiche sono anormali in questi soggetti: tra questi vi sono i geni recettori della dopamina D4 e D2 e del gene del trasportatore della dopamina.


I CICRUITI NEURONALI COINVOLTI NELL'ATTENZIONE



I network corticali e sottocorticali coinvolti nell'attenzione sono distribuiti su tutto il cervello anche se il circuito neuronale responsabile dei movimenti saccadici sembra svolgere un ruolo fondamentale nell'orientamento dell'attenzione, questo legame è di primaria importanza in quanto noi esseri umani siamo portati a guardare gli oggetti salienti ed in quel momento importanti nell'ambiente.

IL PULVINAR


Il pulvinar ha connessioni reciproche con la maggior parte delle aree corticali dei lobi occipitale, parietale e temporale ed ha quindi modo di modulare l'attività corticale globale. E' stato dimostrato che pazienti con lesioni al pulvinar hanno difficoltà a focalizzare l'attenzione su oggetti posti nella porzione di spazio controlaterale alla lesione.

I CAMPI OCULOMOTORI FRONTALI


Esistono connessioni tra campi oculomotori frontali (FEF) e aree influenzate dall'attenzione come la MT, V4, V2, V3 e corteccia parietale. Ricerche hanno mostrato che i FEF sono parte di un sistema che coinvolge anche il collicolo superiore (preposto al movimento degli occhi) che influenza l'orientamento dell'attenzione e l'aumento della performance visiva.

MAPPE DI SALIENZA E PRIORITA'


Un'ipotesi per l'orientamento dell'attenzione è che il cervello utilizzi una mappa di salienza per determinare dove e a che cosa porre attenzione. Le mappe delle singole caratteristiche visive (colore, volume, movimento...) sono combinate in una mappa di salienza che identifica l'oggetto a cui è necessario prestare attenzione. La mappa di priorità mostra le posizioni dove l'attenzione dovrebbe essere diretta, basata sulle caratteristiche dello stimolo e sull'input cognitivo.

MAPPA DI PRIORITA' DEL LOBO PARIETALE


La corteccia intraparietale laterale (LIP) sembra creare una mappa di priorità basata su input top-down e bottom-up. L'area LIP riveste un ruolo importante nella direzione dei movimenti oculari e quindi direttamente collegata all'orientamento dell'attenzione. Lesioni alla corteccia intraparietale sono associate alla sindrome di negligenza spaziale unilaterale (neglect) caratterizzata dall'incapacità di prestare attenzione a metà dell'ambiente circostante.
ADHD



Bibliografia:
Bear M. , Connors B, Paradiso M, Neuroscienze esplorando il cervello, 2016
D’Amato C; Di Porzio U., Introduzione alla neurobiologia, 2011

Parole chiave: adhd, neglect, attenzione, campi oculomotori frontali, corteccia intraparietale, network corticali e sottocorticali.

Per info ed approfindimenti: b.d.bruni@gmail.com

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